Si commentava qui, di come una doccia calda sia una
delle grandi gioie della vita, una gioia che per generazioni è stata
ingiustamente snobbata da sedicenti artisti. Certo, son buoni tutti di cantar d’amore: se non sai cosa dire puoi sempre far rima
con cuore. Mentre doccia con cosa fa
rima? Al massimo con boccia o bisboccia. Ecco, non è che puoi decantarlo
con facilità, un concetto che ha rime
del genere.
Allora lancio io una petizione a chiunque qui si stia
preparando per il prossimo Sanremo: le Cose Belle della vita sono tante. Perché
limitarsi? Ci sono le Gioie Grandi, ma ci sono anche le Gioie Piccole, che
hanno effetti più leggeri, ma almeno non
sono immorali e non fanno ingrassare.
La particolarità delle Gioie Piccole è che non le noti
finché qualcuno non te le fa notare. O almeno, così era per me con Passarsi
la mano a struscio sui capelli rasati a uno®. E allora, pensiamoci noi
a farne notare qualcuna.
Ad esempio, io voto subito per Buttare il vetro nella campana.
Con forza, con dolo: con il solo scopo di frantumare. La settimana scorsa la
campana era quasi piena e non c’era verso di spaccare nulla: giuro che ci sono
rimasto male.
Oppure, ad esempio, sempre a proposito di rumori e
bottiglie, Il suono del vino mentre lo versi da una bottiglia appena stappata.
Presente quel colpo glottale multiplo che sa già d’acquolina?
Un’altra è Immaginarsi l’aspetto di luoghi a caso sulle
mappe. Una cosa che peraltro Google Maps ha reso possibile fare anche
senza fantasia, e devo ammettere che per una volta l’esercizio reale mi diverte
tanto quanto quello fantastico.
E poi, sempre sulla strada, ma stavolta reale, Leggere
le targhe e indovinarne la provenienza. Un esercizio che ha contribuito quasi quanto
la Coppa Uefa alla mia conoscenza della geografia europea. E guidare nei paesi
senza targhe localizzate ormai mi dà quasi fastidio.
L’ultima, quando non sono in viaggio reale o mentale, o
quando non ho a che fare con bottiglie piene o vuote, Toccare gli oggetti nei negozi.
Non è tanto che me ne sono accorto, prendo in mano libri e CD, leggo due parole
senza assimilarne il contenuto e ripongo, soddisfatto dal piacere tattile. Un
giorno magari me lo compro, un giorno.
L’ultimissima, che mi è venuta in mente or ora, La
strada verso casa, di notte, con musiche tragicoromantiche. E vale in
macchina sulle curve alpine vuote della mia Valle natìa, in bicicletta da Amsterdam
a Diemen e a piedi, ieri sera, dal centro a St.-Cyp. Verso le 22.30 mi sono
accorto di avere una gran voglia di strada verso casa, che ho imboccato e centellinato
lentamente, con passi bislacchi dettati da Tom Waits, ma senza troppo alcol in
corpo, dimostrando che funziona anche da
sobri.
Ecco, ora tocca a voi, aprite una bottiglia, prendete in
mano l’altlante o andate alla libreria più vicina. Non state già meglio? E per
farvi stare ancora meglio (minchia, si vede che sono mesi che lavoro su testi
di marchetting?), ora è il turno di Hombre.